CAMPANARI FERRARESI
"Una penna per appuntare, un articolo da sviluppare, un computer per informare"
Intervista all'Associazione Campanari Ferraresi
In cima al campanile, le campane risuonano e omaggiano Anna Sforza giunta a Ferrara il 12 Febbraio 1491 in occasione delle sue nozze con il futuro Duca Alfonso I d'Este.
Il 12 Febbraio 2015 iniziano i festeggiamenti del Carnevale Rinascimentale e ancora una volta quelle campane hanno risuonato gioiosamente al passaggio del Corteo Storico.
Ho colto così l'occasione per prendere contatto con l'Associazione Campanari Ferraresi che mi hanno gentilmente invitato a visitare la loro sede: il Campanile del Duomo di Ferrara. Ogni Sabato pomeriggio si incontrano per suonare o più semplicemente per stare insieme.
Raggiungere la cima potrebbe sembrare impresa per Indiana Jones; ma vi invito a superare l'ansia iniziale e salire quelle scale in muratura e legno nei punti più disastrati, prendere fiato in quelle stanza dove il tempo si è fermato per poter poi ammirare dall'alto la città di Ferrara. Immagini che ti allargano il cuore.
Quando finalmente sono in cima, tutti sono già all'opera ma con gentilezza e pazienza rispondono alle mie domande. Scopro così che le campane funzionanti sono cinque ed ognuna ha un proprio nome in funzione del loro ruolo: Mezzana (1781 pre napoleonica), mezzanella (1969), piccola, grossa (1969). Il significato del nome della Mezzana è quello che più ci tocca da vicino perché era quella che segnava l'inizio e la fine delle lezioni universitarie.
Il Giorgione, la campana posta al centro, in onore del Santo Patrono della Città è la più antica (1607); pesa più di 2000 kg e solo il batacchio ne pesa più di 100. I batacchi, di tutte le campane, (che non sono originali) portano la firma dell'Associazione: infatti sono dipinti di blu metallizzato.
Hanno iniziato con lo Squinquinio, un suono che è in verità il prodotto che si ottiene dalla loro tecnica per capovolgere il Giorgione. Questa tecnica richiede la collaborazione di almeno sette persone, due per ogni lato del ballatoio in legno che circonda la Campana che è appesa al mozzo e sospesa nel vuoto. Aiutandosi con i piedi o con le corde legate al mozzo, alcuni dislocati a più livelli riescono infine in quest'operazione titanica.
Nell'arco del pomeriggio mi sono state mostrate anche le tecniche: della Scappata che si ottiene portando nella stessa posizione del Giorgione (detta anche a "bicchiere") tutte le altre campane; e la Scalata che invece porta tutte le campane in posizione a riposo.
La storia dell'Associazione è recente e la cella campanaria in cui c'è ora la loro sede fu restaurata ed inaugurata nel 2007, ma la tradizione campanara ferrarese è molto più antica. Essa infatti risale da quella bolognese la prima a nascere nel cinquecento che poi si diffuse nel modenese e reggiano e infine nell'ottocento giunse nella città Estense.
Il pomeriggio passa veloce, completamente affascinata dai movimenti silenziosi e sincroni di questi giocolieri senza imbracature; le domande si perdono per lasciare spazio solo ai suoni. Alcuni di loro però ci lasciano per raggiungere le altre chiese che hanno campane funzionanti e che necessitano perciò dell'attività dei campanari. Sono solo tre: oltre al duomo, quella di San Carlo e di San Giorgio fuori le Mura. Tutte le altre dispongono solo di sistemi centralizzati per essere messe in funzione, sistemi che sono presenti anche in duomo e utilizzati per occasioni solenni.